Communicantes et memoriam venerantes,
in primis gloriosæ semper Virginis Mariæ...
Uniti nella commemorazione dei Santi,
veneriamo anzitutto la gloriosa e sempre Vergine Maria...
Con la traduzione «Uniti nella commemorazione dei Santi, veneriamo anzitutto ecc.» diamo atto che soggetto grammaticale del participio «communicantes» sono gli offerenti, i quali appunto portano la loro offerta in onore dei Santi («... qui tibi offerunt... communicantes et memoriam venerantes...»).
Qui poi l’uso assoluto del latino «communicare» non fa problema. Si tratta infatti di un assoluto apparente, giacché in realtà il suo complemento dativo «memoriæ» è sostituito, tramite una costruzione per attrazione, dall’accusativo «memoriam», retto dal participio «venerantes» ad esso congiunto in endiadi («Communicantes [memoriæ] et venerantes memoriam...»). In questo utilizzo del participio «communicantes» il redattore del canone romano si è ispirato verosimilmente all’espressione «memoriis sanctorum communicantes», che in alcuni codici greci e latini è lezione variante di Rm 12,13.
A sostegno del fatto che il participio «communicantes» vada completato con l’espressione «memoriae Sanctorum» depongono numerosi paralleli, nonché l’analogia con la formula che nell’anafora di san Basilio introduce l’intercessione dei Santi («E poiché, o Sovrano, vi è un comandamento dell’unigenito tuo Figlio, che noi comunichiamo alla memoria dei tuoi Santi...»).
Inoltre il passaggio dalla terza alla prima persona plurale («donaci sempre aiuto e protezione») va inteso quale coinvolgimento dell’intera assemblea nella devota iniziativa di alcuni suoi membri. Tale constatazione ci autorizza a riconoscere il «noi» dell’intera assemblea celebrante come soggetto di tutto il Communicantes. In tal modo, con la scelta del «noi» iniziale, la formulazione risulta più agevole. In questa traduzione, per non lasciare nel vago il participio communicantes, propongo dunque di riferire ad esso il complemento «memoriae», che – come ho detto – di fatto già possiede in maniera implicita, trasferendolo pertanto dal participio venerantes, il cui complemento oggetto è sufficientemente rappresentato dalla serie dei nomi.
Per maggiori dettagli, illustrati a partire da una traduzione di studio, cf In unum corpus (2007), 328, n. 70; 383; 390-391.