Non è raro incontrare qualche liturgista che, giustamente ammirato davanti alla pneumatologia delle anafore orientali (nonché delle nuove preghiere eucaristiche romane), ipotizza una possibile riformulazione delle due epiclesi del Canone Romano, tale cioè da dotarle di quella pneumatologia che loro manca.
In tal modo, forzando la mano al redattore antico, gli si potrebbe far dire (per il Quam oblationem) «Santifica questa offerta con la potenza del tuo Spirito...» e (per il Supplices te rogamus) «... scenda il tuo Spirito Santo, che ci ricolmi di ogni grazia e benedizione del cielo».
Pur apprezzando la sensibilità che muove queste proposte, dico: «Di grazia, no!».
Anzitutto: non ogni epiclesi deve necessariamente essere pneumatologica (esiste pure l’epiclesi del Verbo: nell’anafora di Serapione e nelle nuove anafore ambrosiane V e VI, redatte però a partire da materiale antico).
Inoltre: l’assenza di configurazione pneumatologica delle epiclesi del Canone Romano è indice di antichità.
Il Canone Romano è troppo antico per disporre già di epiclesi pneumatologiche!